Rafah, da Israele ancora nessun piano di evacuazione

(Adnkronos) – L'esercito di Israele non ha ancora presentato un piano di evacuazione per la popolazione Rafah, città nel sud della Striscia di Gaza al confine con l'Egitto. Lo ha detto alla Cnn il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Peter Lerner. "Il governo ha incaricato l'Idf di elaborare un piano per raggiungere i nostri obiettivi, i nostri obiettivi di guerra, nell'area di Rafah", ha detto Lerner. "Il piano deve ancora essere presentato, ovviamente, al governo", ha precisato.  Lerner ha spiegato che l'obiettivo dell'esercito è quello di creare un piano che permetta di evacuare i civili portandoli "fuori pericolo", in modo che siano differenziati dai militanti di Hamas. Si ritiene che, in seguito agli ordine di evacuazione per il nord e il centro della Striscia di Gaza, metà della popolazione dell'enclave palestinese si trovi ora a Rafah. Distingue civili e miliziani di Hamas, secondo Lerner, "si può fare. Abbiamo fiducia nella nostra capacità di differenziare e distinguere". Altrimenti, ha affermato Lerner, "l'alternativa è arrendersi a Hamas e sacrificare 134 persone". Un cessate il fuoco temporaneo in cambio del rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza e di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. E' l'obiettivo al quale punta il direttore della Cia William Burns, oggi al Cairo per arrivare a un accordo che porti una tregua nei combattimenti nella Striscia di Gaza. Nella capitale egiziana Burns ha in programma un incontro con il capo del Mossad David Barnea. Il ruolo di mediazione è affidato all'Egitto e al Qatar, i cui funzionari dell'intelligence parteciperanno ai negoziati. Il tutto mentre gli Stati Uniti e le Nazioni Unite stanno facendo pressioni su Israele perché eviti l'annunciata operazione militare su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove hanno trovato rifugio milioni di sfollati palestinesi. Il Financial Times legge la visita di Burns in Egitto come un segnale positivo della disponibilità di Israele a negoziare un possibile accordo con Hamas. Una fonte diplomatica ben informata sui negoziati ha riferito al Financial Times che i precedenti colloqui erano stati ''costruttivi'' e avevano messo in luce la volontà di ''arrivare a un compromesso''. I punti più controversi restano la durata del cessate il fuoco, la possibilità che sia permanente, e il ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza. Israele replica a Josep Borrell. "Caro Alto Rappresentante dell'Ue, Israele rispetta rigorosamente le leggi internazionali di guerra, garantendo lo spostamento sicuro dei civili a Gaza", scrive in un post su X il ministro israeliano degli Esteri, Israel Katz. "In forte contrasto, Hamas impedisce il loro passaggio in sicurezza – incalza -. Il nostro impegno per le vite dei civili di Gaza è più grande di quello di Hamas. Gli appelli a limitare la difesa di Israele servono solo a rafforzare Hamas". "State certi – ribadisce – che Israele è determinato nella sua missione a smantellare Hamas" dopo l'attacco del 7 ottobre scorso nel Paese.  Ieri in conferenza stampa a Bruxelles, Borrell ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di "non ascoltare nessuno". "Se una comunità nazionale pensa che questo è un massacro, che vengono uccise troppe persone, allora forse bisogna pensare alla fornitura di armi" a Israele, ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Anche la Cina chiede intanto a Israele di fermare l'operazione militare a Rafah "al più presto possibile", avvertendo che si rischia "un grave disastro umanitario". In una nota, il portavoce del ministero degli Esteri afferma: "La Cina si oppone e condanna le azioni che danneggiano i civili e violano il diritto internazionale", Israele deve "fermare le operazioni militari il prima possibile e fare ogni sforzo per evitare vittime civili innocenti… per prevenire un più grave disastro umanitario nell'area di Rafah". Sarebbero intanto 133 i palestinesi che sono stati uccisi e 162 quelli che sarebbero stati feriti nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza City, governato da Hamas, aggiornando a 28.473 il numero dei morti dall'inizio della rappresaglia israeliana lo scorso 7 ottobre e a 68.146 quello dei feriti. Le Forze della difesa israeliana (Idf) hanno riferito che altri tre riservisti hanno perso la vita nel sud della Striscia di Gaza nelle ultime ore. Salgono così a 232 i militari israeliani morti nella guerra contro Hamas iniziata lo scorso 7 ottobre. Le ultime tre vittime sono il colonnello Netanel Yaacov Elkouby, 36 anni, di Haifa, il maggiore Yair Cohen, 30 anni, da Ramat Gan e il sergente Ziv Chen, 27 anni, di Kfar Saba. Altri due soldati del 360esimo battaglione sono rimasti gravemente feriti negli scontri, aggiunge l'Idf. Un palestinese è stato fermato dopo che aveva tentato di investire con la sua auto alcuni soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) all'incrocio di Gush Etzion, vicino a Tel Aviv. Lo riporta il Jerusalem Post spiegando che l'uomo è fuggito verso Elazar prima di essere fermato dagli uomini della sicurezza. Il tentativo di speronamento non ha causato vittime. Il Cremlino si augura che il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas si rechi in visita in Russia in un momento proficuo per le parti. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia di stampa Ria Novosti. ''Abbas ha un invito aperto. Ci auguriamo che la visita abbia luogo in un momento conveniente per entrambe le parti'', ha affermato Peskov. La visita di Abbas in Russia era in programma a novembre dello scorso anno, ma è stata rinviata su richiesta dell'Anp, spiega la Ria Novosti.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *