Frecciarossa fermo per 3 ore alle porte di Roma. Franceschini a bordo: “Non si respirava, qualcuno è svenuto”
(Adnkronos) – E' stato un inconveniente tecnico, intervenuto tra Settebagni e Orte, ad aver costretto il Frecciarossa FR 9422 a fermarsi per circa tre alle porte di Roma, con i passeggeri a bordo e con gli evidenti disagi dovuti al fatto che, a quanto apprende l'AdnKronos, al momento del fermo il convoglio di Trenitalia era privo di alimentazione: niente aria condizionata, quindi, a fronte delle alte temperature di oggi, in attesa dell'arrivo del 'trasbordo', ovvero del treno che ha, poi, portato i passeggeri fino alla stazione di Roma Tiburtina. Nelle tre ore di attesa a bordo del treno, sono state messe in campo, si apprende da fonti di Trenitalia, le misure di sicurezza previste, di informazione a bordo (fornita a voce, poiché senza elettricità, oltre all'aria condizionata, non funzionavano neanche i microfoni) e di assistenza. Per i passeggeri è previsto il rimborso del viaggio. Non risultano malori a bordo. Ora la coda dei ritardi si sta riassorbendo e treni viaggiano con circa 40 minuti di ritardo. Rassicurazioni arrivano sul fronte dello 'svecchiamento' dei convogli oggi circolanti: il piano di rinnovo treni prevede, per quanto riguarda i Frecciarossa (oggetto della disavventura di oggi) 1 miliardo di investimenti per 40 Frecciarossa nuovi, che saranno in circolazione dal 2025, proprio allo scopo di andare a sostituire man mano i treni più vecchi con convogli più efficienti. "È stata davvero brutta. C'erano bambini, anziani, donne incinte. Qualcuno è svenuto". Dario Franceschini, parlamentare Pd, era oggi tra i passeggeri del treno Roma-Venezia rimasto fermo oltre due ore in mezzo alla campagna. Franceschini era diretto a un’iniziativa politica “ma alla fine era troppo tardi ormai e ho dovuto rinunciare”. L’ex ministro dem racconta all'Adnkronos la disavventura: "Il treno si è fermato prima a Settebagni, poi è ripartito è poco dopo in mezzo alla campagna si è fermato definitivamente per un guasto. All’inizio è stato terrificante perché le porte erano bloccate, era caldissimo e davvero mancava il respiro. Poi hanno aperto le porte ma per questioni di sicurezza non si poteva scendere e tutti si sono accalcati vicino alle porte per prendere un filo d’aria. C’era chi si stava sentendo male". Poi finalmente dopo più di due ore i passeggeri sono stati fatti salire su un altro treno “che ci ha riportati a Roma. Per me ormai troppo tardi per arrivare al mio impegno e sono rimasto qui a Roma. Non accuso nessuno ma spero che certi fatti possano contribuire a migliorare gli interventi quando ci sono emergenze del genere”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)